Colle del Nivolet

Colle del Nivolet

L’accesso principale al passo alpino è garantito dalla Strada Provinciale 172, gestita dalla Città Metropolitana, che collega il comune di Fenestrelle a sud con il comune di Susa, a nord. Il suo utilizzo è principalmente finalizzato al turismo, poiché il Colle è luogo di paesaggi mozzafiato: i suoi tornanti sono situati in mezzo a un bosco di castagni e pini, mentre il Colle stesso offre una panoramica affascinante delle alpi circostanti, tra cui il Rocciamelone, nelle Alpi Graie, che protegge il confine con la Francia.

Con il suo percorso di 18 chilometri e una pendenza media del 9,1% (e una pendenza massima del 14%), il colle è diventato noto a ciclisti e motociclisti d’Europa. Il dislivello di 1700 metri, le variazioni di pendenza all’inizio del passo e l’ultimo tratto sterrato rendono il percorso particolarmente difficile, non a caso la salita del Colle Delle Finestre è considerata una delle più difficili in Europa. Ciò la rende attraente per coloro che cercano una sfida tra le montagne piemontesi.

La località è stata protagonista di quattro edizioni del Giro d’Italia, una delle tre gare a tappe di ciclismo su strada professionistico più importanti in Europa. La prima, nel 2005, vide come primo ciclista ad arrivare alla sua vetta l’italiano Danilo Di Luca. In questa edizione del Giro d’Italia, alcuni giornali spagnoli definirono la salita come “terrificante”.

Nel 2011, il primo a giungere alla vetta fu il bielorusso Vasil’ Kiryenka, edizione nella quale la vittoria fu conquistata a Milano da Alberto Contador, prima di essergli stata tolta e assegnata a Michele Scarponi in seguito a uno scandalo di doping. Nel 2015 la vetta del Colle Finestre fu conquistata dallo spagnolo Mikel landa.

Nel 2018, il Colle fu scenario di uno dei momenti più spettacolari del mondo del ciclismo. Dopo settimane di cadute e prestazioni non particolarmente ottimali, Chris Froome ha riscritto la sua storia. Froome è conosciuto per la sua freddezza al momento di pianificare le sue strategie. Egli sfruttò la difficoltà del terreno per poter superare i loro avversari e potersi guadagnare la Maglia Rosa. Egli fece la salita senza borraccia, rinunciando a qualsiasi peso in più, affinché potesse riuscire nella sua impresa nel modo più efficace possibile. Nonostante il suo svantaggio iniziale nella tappa Venaria Reale – Bardonecchia, Froome ha vinto la gara superando i suoi avversari nel tragitto sterrato del Colle delle Finestre.

La Sella di Monte Zoncolan in Bici

Il Colle del Nivolet è un valico alpino situato nelle Alpi Graie, sul confine tra la Regione Piemonte e la Val D’Aosta, proprio nel cuore del Parco Nazionale Gran Paradiso. Il Colle si trova a una quota di 2612 metri sul livello del mare. L’accesso al valico è dato dalla Strada Provinciale 460, che inizia da Ceresole Reale ed è gestita dalla Città Metropolitana di Torino, ma sterrata in prossimità della cima. La sua pendenza media è di 4,7%, ma in alcuni punti la strada raggiunge una pendenza di 15%.

Lungo il tragitto si trovano due invasi artificiali, i laghi Serrù e Agnel, che alimentano un sistema di centrali idroelettriche che sopperiscono al fabbisogno energetico delle due province.

La strada che attraversa il Colle del Nivolet era stata inizialmente costruita negli anni ‘50 con lo scopo di facilitare l’accesso ai laghi artificiali. Tuttavia, il suo panorama incantevole fa ora di questo percorso una delle mete più attraenti in Europa per i ciclisti di tutto il mondo. La strada è la ottava più alta in Italia e la diciottesima in tutta Europa.

Nel periodo estivo la strada è aperta al pubblico, mentre d’inverno il tragitto non viene liberato dalla neve.

I ciclisti che vi fanno gite ed escursioni hanno tutti la stessa opinione: è la salita più bella tra le Alpi. Un percorso magico, mozzafiato. Con il suo percorso di 40 chilometri e i rifugi alpini, i ciclisti scelgono questa strada per la sua immersione nella natura. Dal punto più alto è possibile ammirare i monti circostanti delle Alpi Graie. A sud est del valico si trova il comune di Ceresole Reale, che sorge sull’omonimo lago, che ospitava una volta un padiglione da caccia della casata di Savoia. A nord, invece, sorge il comune di Valsaverenche, nella regione autonoma della Val d’Aosta.

Questo percorso non ha mai fatto parte del Giro d’Italia, presumibilmente per la sua posizione dentro un parco nazionale. Tuttavia, la montagna in quella montagna è stata registrata l’ultima scena del film “Un colpo all’italiana”, nel quale un gruppo di ladri inglesi tenta una rapina ai danni di un convoglio che trasportava i ricavi della FIAT.

San Pellegrino in Alpe

San Pellegrino in Alpe

Il Monte Zoncolan si trova nella sottosezione alpina chiamata Alpi Carniche del Friuli-Venezia Giulia; con un’altezza di 1750 m, esso accoglie uno degli impianti sciistici della regione, con un percorso sportivo che supera i 30 km totali, offrendo inoltre una vista sulle Dolomiti Pesarine contenente la vetta più alta delle Alpi della zona, il Monte Coglians (2780 m), fino al fondovalle carnico e i paesini che esso ospita.

Nella parte sommitante del percorso stradale dello Zoncolan troviamo invece la nostra Sella di Monte Zoncolan; in bici è possibile effettuare due percorsi diversi, quello da Ovaro (più breve e impegnativo) o da Sutrio (di circa 3 km più lungo del primo, ma con una pendenza media inferiore). Qui affronteremo il percorso più frequentato e famoso per il Giro d’Italia, partendo ovvero da Ovaro e descrivendo le varie tappe e la struttura fisica del tragitto, il quale si compone di un percorso ciclabile notevolmente eterogeneo e ripido, con un totale di 20 tornanti e 3 gallerie a cui bisogna prestare attenzione: dopo un tratto con una pendenza media di oltre 11% e alcuni tratti al 20%, nella zona intermedia ci si ritrova in piano attraversando Liariis, frazione di Ovaro.

Successivamente il ciclista si troverà in un percorso ostico, con una pendenza media del 15% che raggiunge i 20%, per poi giungere alle tre gallerie molto strette, con fondo cementato e scarsamente illuminate; l’ultimo tratto, similmente al Colle delle Finestre, è il più tortuoso, ma piuttosto breve, che raggiunge la pendenza di 22% per poche centinaia di metri.

L’eterogeneità del terreno e della pendenza, la scarsa illuminazione delle gallerie in aggiunta a una giornata piovigginosa rendono il percorso estremamente pericoloso per un ciclista scarsamente preparato; è doveroso dunque attrezzarsi a dovere prima di intraprendere la salita e preparare una scheda di allenamento adeguata.

Itinerari

Immersa tra boschi di faggi e castagni, a 1525 metri sul livello del mare, la minuscola frazione di San Pellegrino in Alpe è il borgo abitato più alto dell’Appennino.

Sorto nel medioevo intorno a una chiesetta dedicata agli eremiti Pellegrino e Bianco, la sua unicità consiste nell’essere, in piccolo, un luogo di frontiera: mezzo borgo è in Emilia e l’altra metà in Toscana.

La linea di confine attraversa il santuario, dove all’interno sono custoditi i resti dei due santi, di modo che i loro corpi giacciono con la testa e il tronco in una regione e le gambe nell’altra.

11 abitanti vivono qui tutto l’anno, ma molti sono i visitatori attratti dalla suggestione del paesaggio, e tra questi tanti ciclisti amanti delle sfide più estreme e sprezzanti della fatica.

Con 1367m di dislivello totale, la strada che sale da Castelnuovo in Garfagnana è, infatti, una delle salite ciclistiche più dure dell’intero Appennino, soprattutto per la presenza di un tratto finale dalla pendenza vertiginosa. Non è un caso che il Giro d’Italia sia passato di qui ben tre volte (1989, 1995 e 2000).

Il percorso in salita comincia a 18 km di distanza, appena fuori dal centro di Castelnuovo, ma i primi chilometri sono di puro riscaldamento, con salite leggere e un paio di tornanti, fino a raggiungere la frazione di Pieve Fosciana.

A partire dal bivio per San Pellegrino in Alpe comincia la vera scalata, che da questo momento in avanti prosegue con estenuante regolarità. Per almeno 9 km le pendenze oscillano tra il 9 e il 12%, che sarebbero già sufficienti per classificare la salita come impegnativa. La fatica è ripagata dal panorama, con scorci che si aprono sulle vicine e maestose Alpi Apuane e le vallate sottostanti.

Uberto Mazzanti
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